Quanto tempo dedichiamo a giocare con i nostri figli? Io ammetto che ormai davvero poco ed è anche quello che è emerso dalla campagna Hasbro Gaming #tempodigiocare in collaborazione con Pepita Onlus, dedicata al gioco in famiglia.
Mamma, giochiamo?
Nel corso degli anni, questa domanda mi è stata posta in modalità diverse e diverso è stato il significato di giochiamo insieme per ogni età. Quando avevo solo Diego piccolo, il gioco in famiglia consisteva quasi unicamente a gare e corse automobilistiche con i personaggi di Cars (Diego aveva una vera e propria passione tanto che voleva che Emma la chiamassi Sally), passavamo pomeriggi interi seduti per terra impegnati in infinite competizioni.
Con la nascita di Emma, ai momenti di gioco familiare si sono aggiunte bambole e pentolini. Saetta McQueen ha partecipato a numerosi tea party perchè non c’è mai stato un gioco da maschio e un gioco da femmina. Tutti giocavano con tutto e molto spesso il gioco diventava una lotta tra fratelli alla conquista di un certo giocattolo e con me o mio marito chiamati in causa come arbitri pacificatori. Naturalmente nella migliore tradizione competitiva tra fratello e sorella.
Erano anni in cui avevo anche meno tempo da dedicare al gioco con i bambini, avevo un negozio che mi impegnava per la maggior parte della giornata e spesso anche in orario non lavorativo. I miei bambini hanno approfittato quasi esclusivamente delle nonne per il gioco in famiglia.
L’arrivo di Linda ha cambiato decisamente le cose. I primi due erano già più grandi e con loro abbiamo iniziato a giocare con giochi in scatola e sfide a carte. Ora che anche Linda ha raggiunto un’età in cui capisce il senso di regole e a rispettarle, anche quando giocano tra loro, scelgono i sempreverdi Monopoli (non finiscono mai la partita) e Forza Quattro. La numero 3 adora Indovina Chi? nella versione con gli animali ma non sapendo ancora leggere, abbiamo regole tutte nostre.
Ne parlavo anche nello scorso post di quanto vorrei dedicare più tempo ai miei figli e riscoprire il tempo da passare insieme giocando o pasticciando con le mani. Dalla ricerca di cui oggi vi parlo emerge che non sono l’unico genitore che dedica meno tempo ai figli, anzi sono in grande compagnia.
#tempodigiocare, quanto è importante il gioco in famiglia?
La campagna di Hasbro Gaming ha evidenziato che otto bambini su dieci vorrebbero giocare di più con i propri genitori e che i genitori stessi ammettono di non giocare tanto quanto lo ha fatto la generazione precedente con loro. L’indagine effettuata da Pepita Onlus ha raccontato un dato triste delle famiglie italiane perché si gioca insieme, adulti e bambini, meno di un’ora al giorno e che questo tempo non soddisfa né genitori, né figli.
Giocare è la prima forma di apprendimento per i bambini, tanto meglio se l’adulto di riferimento è il proprio genitore. Dovremmo riuscire tutti a dedicare, magari non tempo in più ma tempo di qualità ai nostri figli. Troppo spesso il gioco è relegato a “facciamo una cosa veloce che ho da fare” o “solo una volta e poi basta”.
Come afferma il Ludologo Andrea Ligabue, “i fattori sono molteplici, dare la colpa solo ai genitori sarebbe troppo facile e riduttivo. È la cultura del gioco in sé che necessita di un’ulteriore spinta, a cominciare dalle scuole. Agli adulti basterebbe accettare che il gioco è un momento di svago e di divertimento di qualità anche per loro. Tutti hanno diritto a giocare, l’età non conta. Il segreto quindi è imparare a ritagliarsi del tempo per giocare tutti insieme in famiglia, come se fosse un appuntamento al quale nessuno può mancare”.
Ispirati dai dati emersi dalla ricerca, il team creativo di Ciaopeople ha realizzato un video emozionale intitolato “Giochi spesso con mamma e papà?”. Io mi ci sono ritrovata in pieno e voi quanto giocate con i vostri bambini?